250 parole: Aquarius (valdarno)

nel parcheggio dietro lo stadio spuntano grappoli di vecchi che camminano o si fermano.
basta la sera.
escono dalle case e dondolano al fresco, portando fuori le gonne a fiorellini bianchi, le chiacchere sui figli, le amicizie di vicinato.
il marciapiede, pestato di rado e di fretta, lasciato alle biciclette, si trova abitato. viene attraversato da traiettorie stabilite. arrivo fino alla rotonda e poi torno indietro.
se non mi fa male la gamba arrivo fino all'arno.
vediamo stasera dove s'arriva.
accanto al marciapiede la strada, i fari giovani che se ne vanno. il caldo rimasto dentro cambia l'odore dell'asfalto. odore gonfio d'estate.
i vecchi si siedono e si viziano con l'aria che dai campi arriva fin lì, con le lucciole. borbottano e ripartono, come pesci giganti e zitti, con gli occhi tondi e cerchiati di rosso. quella là è una sardina.
la passeggiata di sera, d'estate, è un rito, è una cura. è una forma di questo marciapiede che si distende tra l'erba e il cemento. spazio riservato ai pedoni in cui l'acquario può apparire e sgranchirsi, oggi.
d'autunno questa forma si dissolve, i vecchi stanno chiusi in casa e si spera. si spera di arrivare a un nuovo maggio, ai suoi rosari sulle panche di legno ai lati della strada. maledire ancora il caldo e rivedere le lucciole.
dal vetro della macchina inizia l'acquario da marciapiede. marciapiede diventato sentiero, complice di una socialità antica e radicata che non ha bisogno di giustificarsi. la sera, d'estate, cammina. così.
se non mi fa male la gamba arrivo fino all'arno.
vediamo stasera dove s'arriva.
accanto al marciapiede la strada, i fari giovani che se ne vanno. il caldo rimasto dentro cambia l'odore dell'asfalto. odore gonfio d'estate.
i vecchi si siedono e si viziano con l'aria che dai campi arriva fin lì, con le lucciole. borbottano e ripartono, come pesci giganti e zitti, con gli occhi tondi e cerchiati di rosso. quella là è una sardina.
la passeggiata di sera, d'estate, è un rito, è una cura. è una forma di questo marciapiede che si distende tra l'erba e il cemento. spazio riservato ai pedoni in cui l'acquario può apparire e sgranchirsi, oggi.
d'autunno questa forma si dissolve, i vecchi stanno chiusi in casa e si spera. si spera di arrivare a un nuovo maggio, ai suoi rosari sulle panche di legno ai lati della strada. maledire ancora il caldo e rivedere le lucciole.
dal vetro della macchina inizia l'acquario da marciapiede. marciapiede diventato sentiero, complice di una socialità antica e radicata che non ha bisogno di giustificarsi. la sera, d'estate, cammina. così.
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